Tu
di FIORELLA CARCERERI
Tu, che sei entrato nel mio cuore,
senza fare rumore,
con la grazia e la leggerezza
di un fiocco di neve,
Tu, che mi hai rubato anima e cuore
in un piccolissimo attimo di distrazione
e li ha nascosti nella cella dorata
di un carcere inaccessibile,
Tu, che fingendo di lasciarmi libera,
controlli da lontano con occhio vigile
ogni mio pensiero,
movimento e respiro,
Ma chi sei, tu?
Commento a cura di LORENZO SPURIO
La lirica della Carcereri si compone di quattro strofe di tre versi ciascuna e un verso sciolto finale sottoforma di interrogazione che funge da esortazione, ma anche da riflessione per la stessa scrittrice. La poesia, dall’andamento lineare e pacato, si concentra su rapporto io-tu e l’apertura di ogni strofa con un “Tu” sembrerebbe a prima vista una sorta di amonimento all’altro; in realtà le divagazioni della donna, chiaramente innamorata e consapevole del suo amore, non sono altro che ulteriori attestazioni di stima e sottolineano il suo estremo coinvolgimento in questa storia vera, totalizzante, tanto da portarla a chiedere nel finale “Ma chi sei tu?”.
A volte, infatti, definiamo noi stessi perché in relazione con gli altri, con l’ambiente o con le cose che ci appartengono. Ma chi siamo realmente?
LORENZO SPURIO
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