Se ne è andato il poeta Giorgio Dello. Il ricordo di Cinzia Baldazzi

Articolo di Cinzia Baldazzi

Nella serata di oggi 5 luglio 2020 il noto critico letterario romano Cinzia Baldazzi sul suo profilo personale Facebook dà la notizia – con un personale e affettuoso ricordo – della prematura dipartita del poeta Giorgio Dello da lei conosciuto negli ultimi anni in relazione ad alcuni progetti antologici da lei curati nei quali il poeta venne inserito. Con l’autorizzazione della stessa Baldazzi, a continuazione, riproduciamo questo messaggio allegando la foto che la stessa ha inserito a corredo.

«forse è peccato

riporre tutto in un mese

ma io son nato in luglio

quando il sole è in pieno orgoglio”

Così si conclude la poesia “Nato in luglio” di Giorgio Dello. Nello stesso mese in cui arrivò su questa terra, il poeta l’ha lasciata, improvvisamente, qualche giorno fa.

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Giorgio Dello

Viveva con la famiglia nei pressi di Monza. «Sono un autore sconosciuto», amava ripetere, eppure i suoi versi mi colpirono quando, quattro anni fa, mi trovai a commentarli per l’antologia “Orme poetiche” curata dal comune amico Pasquale Rea Martino. Lo avevo accostato ad Arturo Onofri, ritrovando in entrambi «un’impronta di musica universale, la fiducia in un verso musicale dato da un Dio monoteista che coincide con il nostro, umano e attivo, nell’armonia universale della poesia».

Dopo aver perso in giovane età il padre, ricordato come «grande uomo e mia forte guida», Giorgio fu seguito e incoraggiato nella scrittura dal prof. Segagni, «di grande cultura anche lui, perduto in una sera d’estate». Appena quarantenne, una grave malattia e un delicato intervento chirurgico provocarono a Giorgio, come egli stesso raccontava, «l’allontanamento da ogni palcoscenico umano, pubblico e privato».

Poeta dall’inquietudine tutta contemporanea, attento alle emozioni percepite e alle sensazioni contrastanti, confessava: «I miei scritti esprimono l’urlo del mio ego nel suo silenzio più profondo».

Lo scorso anno accettò con entusiasmo di partecipare con due (eccellenti) poesie a “Duecento anni d’infinito” nel bicentenario dell’idillio leopardiano.

Lo ricordo qui, per lui, per la sua famiglia, per tutti gli amici, con i versi di “A modo mio”:

A MODO MIO

di Giorgio Dello

Dall’altra parte del mondo

ve lo spiego a modo mio

ascoltate quel cane

cercate anime sane

andate fiutate il vento

poi cuocete il sogno a fuoco lento

non scrivete sui banchi,

nel mare o sulla sabbia

cercate il vostro Iddio nelle notti

non tra angeli neri e donne nel letto

imploranti nello stesso sudario

con braccia aperte,

senza voce nel petto

e tu luna,

quando splendi in cielo

ormai ubriaca e stuprata

senza velo,

ho una croce con il mal di testa

sotto ad un padrone potente

non ho concesso niente

quando cadrò esamine

darò fondo a quel bicchiere

e la vista di quelle cime

vibreranno in questo stanco piede

manderò il cuore al galoppo

arpeggerò la testa al dopo

esalterò la fossa

e farò urlar le mie ossa

trafuga pure nel mio armadietto

avviliscimi nel difetto

ferma il malocchio

senza dare nell’occhio

denudami pure da povero

ma poi…

ricominciami di nuovo.

CINZIA BALDAZZI

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