A volte, la nostra storia rasentava la morbosità, ma le vere storie d’amore, forse, sono tutte patologiche (p. 51).
Un romanzo breve ed asciutto, quasi dal gusto minimalista, che il lettore legge con piacere condividendo a tratti pensieri e timori di Valeria, la protagonista di “Amore latitante”, la nuova fatica in prosa di Fiorella Carcereri.
La narrazione è inserita nella cornice della forma strutturale del diario confidenziale, quell’amico inanimato che molte ragazze e donne hanno avuto o con il quale, anche in una fase post-adolescenziale, continuano a colloquiare. Tutto il romanzo si concretizza attorno ai vorticosi pensieri della protagonista, al suo apparente senso di inadeguatezza al mondo, alla sua incapacità di saper cogliere “gli istanti” o, come poi la stessa Valeria dirà nella parte finale, di saper “vivere il momento”. La narrazione prosegue spigliata attraverso una serie di ricordi e momenti del passato che vengono rievocati in maniera attenta sia sotto un punto di vista descrittivo che affettivo. L’amore assurge a personaggio in questo breve racconto in cui la ricerca continua di una storia, di un amante e la concretizzazione di una vita condivisa, incontrerà ostacoli, bugie, parole non dette, incomprensioni ed altro. La favola del bel principe romantico e dolce, ben presto si infrangerà nella vita della non più bambina che, a contatto con il mondo, imparerà a conoscere quale è la verità, squarciando quella bolla tra fantasia ed utopia.
Un percorso umano alla ricerca dell’amore, sempre sfuggente, inaspettato, incredibile, inavvertibile e difficilmente congetturabile o “razionalizzabile” che porterà il lettore anche in Australia.
Un amore vissuto in maniera opprimente e che porterà alla disillusione, all’autoinganno, alla delusione e alla rabbia condita a un mesto senso di inettitudine nel gestire la propria esistenza.
C’è un tempo per ogni cosa e quello non deve essere forzato, sembra dire la scrittrice.
Un romanzo da leggere e sul quale riflettere.
Inutile avere progetti di cemento in testa quando poi la natura dell’oggi non è altro che di una sabbia fine che viene spazzata dal primissimo vento al cambio di stagione.
(scrittore, critico letterario)
Jesi, 20 Maggio 2013
dovremmo imparare a “vivere il momento” come afferma la recensione; credo che sia un libro da leggere spinti anche dal sintetico ed efficace commento
"Mi piace""Mi piace"