Un viaggio in Abruzzo: “Rosetta e le ciambelle” di Anna Maria Boselli Santoni, recensione di L. Spurio

Rosetta e le ciambelle
di Anna Maria Boselli Santoni
C.L.D. Libri, Pontedera (PI), 2012
ISBN: 978-88-7399-217-2
Pagine: 75
Costo: 12 €
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Recensione di Lorenzo Spurio
  

Domani andrò dal signor Martino Lelii, Mart’nuccio il tabaccaio, a comprarmi un quaderno e una matita: proverò a dare forma scritta ai miei sentimenti! Ne ho già accumulata una buona raccolta in questa terra sconosciuta e gentile, dove le donne hanno voci di flauto! (27)

rosetta_e_le_ciambelleCon questo libro Anna Maria Boselli Santoni ha di certo cercato di cristallizzare degli attimi del suo passato personale per renderli eterni. Molti scrittori, più o meno noti, hanno utilizzato la scrittura, cioè la letteratura, come mezzo terapeutico in presenza di stati patologici o di una dolorosa nostalgia dei tempi andati. Tracciare il proprio vissuto sulla carta significa in un certo senso volerlo ripercorrere tante volte quanto si desidera, riattualizzarlo sempre. Così non è un ricordo che si sfuma con il passare dei mesi o degli anni, è una realtà consolidata, un dato di fatto, nel quale ci si può sempre immergersi a fondo. E’ questa –credo di non sbagliare-  l’intenzione di Anna Maria Boselli che con questa raffinata scrittura ci apre le porte della sua vita privata: dalla partenza dalla Lombardia con la madre per andare a Nereto per conoscere i futuri consuoceri fino al ritorno a Leno, nella sua città di origine, carica di ogni bene alimentare abruzzese e, soprattutto, di felici sensazioni che rimarranno per sempre con lei.

E in questo lungo viaggio dalla Lombardia a Nereto, in una città della provincia abruzzese, la protagonista respira e vive sulla sua pelle odori e colori mai vissuti prima tanto da portarla a dire: “Sento forte il richiamo della natura, in qualunque ambiente essa si espanda” (15). L’arrivo a Nereto a metà degli anni ’60 è una sorta di ritorno alle origini; lì, infatti, lo scenario che si presenta ai suoi occhi è leggermente regredito da un punto di vista industriale rispetto al nord dal quale ella proviene (questo non viene detto ma al lettore attento è facile individuarlo): “Avverto subito una notevole diversità rispetto al mio ambiente” (19), scrive. E di questo ambiente nuovo, profumato, naturale subito si innamorerà di tutto: “Subito resto affascinata da questo luogo e sento che, alla fine, mi apparterrà come un sogno, per sempre” (16).

Il libro è dedicato a Mammarosa, la suocera conosciuta durante il primo viaggio a Nereto, donna buona e dal dialetto molto marcato. La prima impressione che la protagonista ha di leio è questa: “Una donna picculitta coi capelli brizzolati raccolti in trecce fissate all’insù, una gonna al polpaccio, nera, una sobria camicia di seta color piombo e una parnanza di shantung con le tasche basse e vuote” (18).

Affascinante questo diario di viaggio fatto di incontri, amicizie nate velocemente, sorrisi e momenti di nostalgia, questo appassionato memoriale di Anna Maria Boselli Santoni dove si coniuga la nascita della storia d’amore con il suo Martino al tema del viaggio e alla conoscenza di terre, usi e costumi, modi di fare, cibi e dialetti diversi che risaltano in maniera variopinta da ciascuna pagina del romanzo. E’ un elogio alla semplicità, alla generosità e al grande carattere del popolo abruzzese. Nel viaggio di ritorno verso casa c’è tempo per una pausa a Loreto dove la protagonista viene letteralmente rapita dal misticismo mariano del posto. La Nereto che Anna Maria ha e porta nel cuore non è di certo quella di oggi, ma quella di vari anni fa che la folgorò soprattutto per la grande accoglienza dei parenti di suo futuro marito. Questo libro è anche un curioso documento storico di quell’età ormai perduta in cui la vita di campagna e l’unione familiare, unite all’insegnamento di Cristo, rappresentavano i pilastri fondanti del vivere comune.

 

Lorenzo Spurio

Jesi, 22-01-2013

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