MARE DELLA TRANQUILLITÀ[1]
(poesia di Emanuele Marcuccio)
Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,
Silenziosa luna? Giacomo Leopardi, da «Canto notturno di un pastore errante dell’Asia»
a separar gli ammassi oceani
alla superfice
mari la solcano
in prosciugata tranquillità.
(17/1/2013)
Commento a cura di Luciano Domenighini
Una strofa di cinque versi strutturata sui novenari (ai vv. 1,2,5) divisa in due periodi. Il primo verso, allusivo, è una similitudine terrestre, poi la lirica ha andamento discendente, sottrattivo, descrittivo del deserto, del silenzio, della pura materia.
La forma è sintetica, asciutta, sobria nelle cadenze, l’atmosfera creata è straniata, sospesa. Pur non detto, si percepisce un immenso silenzio.
Travagliato (Bs), 26 gennaio 2013
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[1] Ispirato da una zona della luna, denominata appunto “Mare della Tranquillità”, situata sull’emisfero del satellite sempre rivolto verso la Terra. Il termine “mare” è stato scelto a causa del colore scuro che contraddistingue queste regioni dai territori circostanti, in realtà si tratta di pianure basaltiche.


senza sguardi umani ¿COSA ACCADERÁ?
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una poesia, che nella sua apparente tranquillità, scatena immense atmosfere …in “sospeso”…densa e molto misteriosa!
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