Pianto Antico
di Giosuè Carducci
Commento di Giuseppina Vinci
Antico è il vecchio marinaio, antica è la torre leopardiana, “antico’’ il pianto di Carducci per il figlioletto Dante prematuramente scomparso.
Il titolo del breve componimento allude a un dolore antico primordiale. Non esiste dolore più grande affranti. Maria, la madre di Gesù patisce la morte del Figlio. Il Suo è un dolore grande ma composto, accetta la volontà del Padre. Abramo non si pone il problema della possibile fine del figlio, esegue gli ordini, i Voleri di un Essere imperscrutabile, inspiegabile, come è la Richiesta
di sacrificare, senza alcun motivo per la logica comune, l’ancora breve esistenza del primogenito. Non si pone alcuna domanda, non chiede, esegue, tutto viene accettato perché quella è la Volontà.
E poi, dopo la prova, il dono più grande.
Il dolore del Carducci per il figlio è triste, non rassegnato, senza una speranza. Il figlioletto era la Vita per lui, uomo erudito e famoso. ‘’Il fiore della sua pianta percossa e inaridita, dell’inutil vita estremo Unico fiore’’ dopo la morte del figlioletto la vita non è più, non esiste né rassegnazione, né speranza, né accettazione della Volontà suprema. Solo la Natura continua a fiorire, a brillare, a riscaldare i cuori; non quello del Poeta. A tratti una Natura malvagia, essa sopravvive ai dolori, indifferente al sofferenza del poeta.
Talvolta rappresentata dalle stelle, lontane, gelide, ma bellissime. Essa riscalda l’orto solitario ma non il cuore del Poeta, tutto rifiorisce, ma non nella sua anima, nel profondo del suo essere
tutto è rimasto immobile dalla scomparsa del figlioletto.
Pacato è il tono, come se il poeta avesse accettato la morte. Nel suo animo, credo, si muova un’accusa alla Natura tutta che rifiorisce nonostante il grande dolore di un padre, nonostante
la definitiva assenza di un fanciullo innocente.
‘’l’estremo unico fiore di una pianta percossa e inaridita’’ è appassito per sempre e con lui la vita del poeta.
Non vi è spiegazione alcuna al Dolore. Necessario?
Previsto? Predestinato? Non sappiamo.
Esso è antico.
Giuseppina Vinci
docente al Liceo Classico Gorgia di Lentini
QUESTO TESTO VIENE QUI PUBBLICATO PER GENTILE CONCESSIONE DELL’AUTRICE.
E’ SEVERAMENTE VIETATO DIFFONDERE E/O PUBBLICARE IL PRESENTE TESTO SENZA IL PERMESSO DA PARTE DELL’AUTRICE.
se ti sono stata d’aiuto… 10 punti :-) può significare questo: Tu fior della mia pianta= Tu figlio di questo povero corpo, invecchiato e sciupato dal tempo, Tu dell’inutil vita= tu unico dono di questa mia vita inutile, giaci nella fredda terra di un camposanto, non potrai più vedere la luce del sole, ne godere dell’amore. Il poeta si paragona ad una pianta inutile, che è percossa e senza acqua perchè ormai il suo unico fiore è morto e non potrà più ricrescere.
Mi piaceMi piace
Poesia meravigliosa, complimenti per il post.
Mi piaceLiked by 1 persona