Una storia d’infanzia e di ricordo contenuta in poche pagine. Con una scrittura pulita e precisa la narratrice Cristina Biolcati ripercorre il senso di incomprensione e mistero gravato nell’infanzia del giovane protagonista alle prese con un’amicizia particolare e speciale al contempo, quella con Luca. Un ragazzo apparentemente anomalo, freddo e poco coinvolto dalle dinamiche giovanili che il narratore descrive ed osserva da distante, quasi senza farsi vedere, temendo che questi possa interpretarlo come un atto meschino. Il racconto, che si costruisce su due piani temporali che sono il prima e il dopo, la giovinezza e la maturità, dà però al lettore anche una prospettiva diversa sul personaggio di Luca. Un’amicizia forse mai realmente pronunciata, vissuta nel silenzio e nutrita dal mistero e dalla voglia di conoscenza che poi si perderà nel corso del tempo. Con il trascorrere del tempo molte cose cambiano, le persone crescono ed anche i luoghi subiscono vere e proprie metamorfosi.
Scopriamo nell’ultima parte del racconto che Luca è diventato affermato nel suo campo e che probabilmente, sull’onda di una infanzia poco felice, si è scrollato finalmente di dosso quell’alone di mistero, ambiguità, mancanza di interazione con gli altri. E così, lui che era stato raffigurato con tanta attenzione dalla narratrice all’apertura del racconto, finisce lui stesso per raffigurare gli altri nell’arte della pittura.
Un racconto complesso dai tratti agrodolci che steso sulla tela da Cristina Biolcati, trova una concretezza materica indissolubile che dona al lettore un senso di soddisfazione per la lettura fatta.
Lorenzo Spurio
Jesi, 26-11-2013