“Leggere tra le righe” di Guido Galdini, nota di Lorenzo Spurio

Nota di Lorenzo Spurio 

download.jpgDi questo recente volume di Guido Galdini, edito da Macabor, si apprezza lo stile asciutto e il comunicare teso a una franchezza senza pari. Compongono il volume una serie di componimenti che, più che dirsi comunemente ascrivibili al tono lirico, hanno la forma di frammenti, quali tracce di un percorso di meditazione, ricerca e di lettura di se stessi. È un ragionare tra sé, un contemplare obiettivo, quello che Galdini con la sua poesia produce. Non mancano i tocchi di lieve sarcasmo o, più precisamente, di autoironia, ben resa in poesie dal taglio per lo più breve, quasi dal tono epigrammatico. Inserita nella collana “I fiori di Macabor” della casa editrice calabrese Macabor, questo libro di poesia segue le precedenti opere di Il disordine delle stanze (2012) e Gli altri (2017) da Galdini pubblicati negli ultimi anni. Bonifacio Vincenzi, che ha curato la nota critica di accompagnamento, ben fornisce alcune linee ermeneutiche parlando della poesia di Galdini come di una “sfida tra miraggio e fuga nella bufera che attraversa ogni parola”. È, infatti, una poesia anti-naturalistica se intendiamo la natura nei suoi canoni comuni, così abusati nella poesia degli ultimi due secoli, lo è in una maniera sovversiva, si potrebbe dire. Innestandosi a livello intellettuale e radicando versi ai ragionamenti e alle questioni che l´io lirico va indagando, non nega se stessa, ma ce ne fornisce, di riflesso, un possibile contorno.

Lorenzo Spurio

 

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