Volto ai dissesti ormai senili tu,
ancora taci anima stanca
nel chiuso torbido,
se pur non reggi mutola la pena
di un cuore dove impera solitudine,
dissonanze a vivere nell’oggi turbinoso
in cui la violenza spezza ali di colomba.
E’ tempo dei rimpianti, dei ricordi e timori,
di celate ansie al presto divenire
di giorni inoperosi e assente l’io.
Ancora la speranza regge appena
nei chiarori dell’alba senza nubi,
al ravvivarsi di quel sogno antico;
ma scemando ne scandisce l’ore
fino ammutolirsi col farsi delle ombre
in piena luna, che pur sempre ignara
questa, ancor più gaia mi sorride…fanciullo.
Questo testo viene pubblicato nella sezione “Rivista Nuova Euterpe” del sito “Blog Letteratura e Cultura” perché selezionato dalla Redazione della Rivista “Nuova Euterpe”, n°02/2024. L’autore ha autorizzato alla pubblicazione senza nulla avere a pretendere all’atto della pubblicazione né in futuro.

una bella poesia, vissuta con la malinconia dell’età che non risparmia le antiche illusioni
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