Segnalazione di Lorenzo Spurio
POESIE DI LORENZO MELE
Hanno chiamato il mio nome,
mamma papà e io entriamo.
Siamo soli in questo branco di sedie,
il magistrato ho paura che mi porti via.
E piango sulle gambe di mia madre,
ho paura tra le braccia di mio padre,
me ne sto con la faccia mani nelle mani,
mi consolo in un pianto che non so dire.
Orfanotrofio – diceva –
L’istituto dei bimbi sperduti.
Ma io non ero sperduto,
avevo una madre e un padre:
due mani calde a carezzarmi la testa.
*
Un giorno ti sei presa cura di me
e non mi conoscevi nemmeno:
una chiamata nella notte, uno sbaglio
forse, che ti ha stravolto la vita.
Non sapevi l’amore di esser madre
nell’attimo in cui mi prendesti in braccio,
e io non mi sapevo figlio di qualcun altro
– se non tuo – proprio nell’attimo in cui,
per forza di cose, ho imparato il tuo nome.
(inediti, dalla raccolta Casa mia non ha le ringhiere)

Lorenzo Mele
Anche il silenzio mi parla al posto tuo,
quel silenzio che ti è caduto giù dalla tasca.
Dice che ti sei persa come si perdono i folli,
tu, che folle non lo sei affatto.
Anche io come te
mi sento una gioia martoriata
che aspetta una parola sana
davanti al camino.
*
Io, nel ricordo
di una strada bucata
mano nella mano con un padre
che non è mai stato il mio.
Sul dito un moccolo verde
e nell’occhio un’immagine
di una bici senza freni
che mi aspetta impaziente
come un cane gioioso
pronto a farmi le feste
nel cortile di casa.
Ma non abbiamo più paura,
noi figli appesi a un filo,
noi che la morte
l’abbiamo vista in faccia
e la chiamavamo Madre.
(da Dove non splendi, Controluna, 2019)
Lorenzo Mele (Burgwedel, Germania, 1997) è cresciuto a Lecce. Attualmente vive a Roma. Ha pubblicato Tu mi abbandoni (La gru, 2018) e Dove non splendi (Controluna, 2019). Suoi versi sono apparsi su Atelier, ClanDestino, Inverso e altre riviste. Dirige il blog di poesia “Il visionario”.
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