Segnalazione di Lorenzo Spurio

È di recente pubblicazione il volume dal titolo monosillabico Mu (2020) di Nunzio Di Sarno pubblicato per i tipi della Oedipus Edizioni. L’autore, come dà di conto la breve nota biografica d’accompagnamento, è nato nel capoluogo partenopeo dove si è laureato in Lingue e Letterature Straniere discutendo una tesi di laurea sul pittore futurista (ma non solo) Arnaldo Ginna (1890-1982) e le connessioni tra astrattismo e spiritualismo. Ha lavorato come operatore sociale, mediatore culturale, insegnante di italiano L2, di sostegno e di inglese. Da alcuni anni risiede a Firenze, dove insegna. Nel corso di quest’anni si è laureato in Psicologica clinica e della riabilitazione con una tesi su Yoga, Tai Chi e mindfulness come terapie complementari nella malattia di Parkinson.
Mu è la sua opera d’esordio mentre varie poesie e articoli sono già stati pubblicati su vari siti e blog letterari. L’esordio del volume – necessario per comprendere il riferimento e il significato dell’anomala titolazione del libro – è consegnato ad alcune espressioni di un koan zen che recitano: «Un monaco chiese a Joshu: “Un cane ha la natura di Buddha?” / Joshu rispose: “Mu”».
Il concetto di “mu” ha in sé la capacità di saper contenere e coniugare le forme antipolari rappresentate dagli opposti comuni e permetterebbe di trascenderli con un atteggiamento automatico, privo del ragionamento. Come ha avuto modo di avvertire lo stesso Autore, «Il koan ci mostra la strada che si fa traccia e mappa. Una mappa che si mantiene giusto per il passaggio e le luci che durano sono le realizzazioni, in balia dell’amore e l’amicizia, delle droghe, dell’alcool e delle meditazioni, della malattia, della morte e della disciplina, in seno alle famiglie “vecchie, nuove e ritrovate”».
Questo volume, per come l’Autore l’ha concepito, si presta a una varietà di risposte e accoglimenti da parte dell’ipotizzabile pubblico, infatti, come è stato osservato, «Qui il lettore non può restare sulla soglia a guardare, è chiamato ad aprirsi ed immergersi per sentire su di sé, sposando i ritmi per ritrovarsi a pezzi. Unico sentiero per accedere alle forme nuove».
A continuazione un testo estratto dalla raccolta:
Poesia
Il tempo trascorso nel dolore
A portare in giro la carcassa
È valso a sentire i limiti
E a intonare i lamenti
Per farne un canto
Vestire i panni del docente
Per sopportarne l’indecenza
Bruciando l’idiozia di stato
Negli abbracci dei Down
Correre nel tremore
Dei muscoli consumati
Trovare un cesso sicuro
Per svuotarmi le viscere
La pelle attaccata alle ossa
Fa risuonare il mondo intorno
E piano ne sfuma il contorno
Il vuoto a fatica trovato
Si riempie d’inutili macerie
Pur sempre carne
Residui di vite indistinti
Vorticanti nell’inappagabile
Cercano affannandosi
Briciole di pace e felicità
La colite dei secondini
Il reflusso degli scrutatori
È la colla rancida che
Tutto mantiene
Faccio la spola blue
Tra casa e scuola
In giro tra marmi animati
E musica d’appendice
Il vino al ritorno
È il compagno
Che accorcia
L’attesa per la cura
Ma la cura è la Vita
Che taumaturgica tace
Come vuoto che riempie