Massimo Acciai sull’antologia poetica “Diphtycha” curata da Marcuccio

Dipthycha
Di Emanuele Marcuccio
Photocity, 2013
 
Commento di Massimo Acciai

 

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Dipthycha, in italiano “dittico”, dal greco “dis” (due) e “pthyche” (piega): era – come ci informa wikipedia – una tavoletta formata da due assicelle riunite a libro da un lato, con una cerniera e un legaccio di cuoio. Era in origine usata dagli antichi romani per scrivervi con lo stilo, nel medioevo il termine è poi passato ad indicare dipinti su tavola costituiti da due parti affiancate. L’idea alla base del libro del poeta palermitano Emanuele Marcuccio riprende l’idea del dittico riadattata in chiave poetica; due poesie gemelle – una di Marcuccio ed un’altra di un altro autore – unite dalla tematica affine. Si tratta infatti di un’opera a più mani, non nel senso di poesie scritte in collaborazione tra due o più poeti, ma di poesie di diversi poeti accoppiate secondo una tematica. I temi sono i più disparati: la morte, l’amore, l’umana condizione, la vita. Abbondano i rimandi letterari, perfino fantascientifici, e le dediche ai vari autori chiamati a collaborare. A proposito dei poeti che hanno collaborato, sparsi sull’intero territorio nazionale e spesso uniti da un vincolo di amicizia con Marcuccio, sono molti ed è giusto nominarli tutti (in fondo al libro c’è una breve biografia di ciascuno): Silvia Calzolai (di Bergamo), Donatella Calzari (dal lodigiano), Giorgia Catalano (di Ventimiglia), Maria Rita Massetti (di San Benedetto del Tronto), Raffaella Amoruso (piemontese), l’amica Monica Fantaci (concittadina di Marcuccio, fondatrice insieme a Lorenzo Spurio e a me della rivista Euterpe), Rosa Cassese (pugliese), Rosalba di Vona (di Sora), Giovanna Nives Sinigaglia (veneta), Michela Tarquini (di Arnara), Francesco Arena (da Latina). Ultimo ma non ultimo il caro amico Lorenzo Spurio, che ha dedicato un intero saggio a Marcuccio, edito recentemente da Photocity Edizioni. Completano il volume un’introduzione di Marcuccio, una prefazione di Cinzia Tianetti (poetessa e critico letterario), una postfazione di Alessio Patti (poeta, scrittore e commediografo) e diversi giudizi critici finali a cura di vari scrittori, poeti e critici (tra cui le amiche Sandra Carresi e Marzia Carocci). Insomma un’opera davvero corale, a cui hanno preso parte moltissimi nomi della scena letteraria contemporanea; e questo mi sembra il vero valore aggiunto di un libro come questo, un dialogo che supera le distanze geografiche, l’età e le differenze di stile creando un qualcosa di armonico basato su un’idea geniale ed originale.

 

MASSIMO ACCIAI

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