La barbarie dell’incomunicabilità nello scempio igneo di Mosul
Il 7 giugno 2016 viene data notizia nei canali di informazione che un gruppo di estremisti islamici a Mosul (Iraq) ha imprigionato diciannove donne curde in gabbie metalliche e gli hanno dato fuoco perché avrebbero rifiutato di concedersi sessualmente a loro.
PIANTO DEL FUOCO
POESIA DI LUCIA BONANNI
In ricordo delle diciannove donne Yazide
barbaramente uccise a Mosul da un gruppo di estremisti islamici
Se il fuoco dilata e distrugge
l’acqua si espande
cambia forma e di adatta.
Nel caos non più primordiale
ogni elemento si muta nell’altro
e vestali d’acqua
ancora vegliano il fuoco
per mantenere viva
la sua forma violenta.
Nel giudizio di un culto tremendo
urla selvagge immolano
vergini spose
su altari di ruggine e pietra
e la legge è involuzione
di passioni e materia.
Il dolore si contorce in fumo luttuoso
e lo scempio porta squallore
anche al paesaggio di ossido e fango.
Secco e caldo, umido e freddo.
Il pianto del fuoco
guarda il bruciante metallo
che devasta e corrompe il nitore vanito
mentre nei ruvidi pozzi
l’acqua è ancora sussulto
che purifica e salva.
LUCIA BONANNI (C)
La poetessa ha concesso di pubblicare su questo spazio il suo testo poetico dandone facoltà al gestore di questo blog in data 17-06-2016.
Foto tratta dal sito: http://en.abna24.com/
Colpisce il tentativo dell’autrice di salvare e salvaguardare un filo di speranza, una possibilità di rinascita, una risorsa che salvi e che lei spera sia l’acqua; colpisce al contempo la dimensione disperata di tale lotta interiore che si rispecchia nel “ossido e fango”, mentre l’acqua è da cercare. nel pozzo. Anche l’elevatezza del linguaggio scelto pare ergersi a usbergo del desiderio di salvare qualcosa.
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L’ha ribloggato su SESTOSENSOPOESIA feliceserino's blog.
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L ‘ arroganza terrena Sara un giorno l ‘arsura del
Giudizio supremo degli uomini Giustizieri .
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