“Diavolo di sabbia” di Elisabetta Panico; la seconda opera della poetessa campana che vive “tra gatti in prestito e l’inadeguatezza dell’essere sensibili”

Segnalazione a cura di Lorenzo Spurio

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Elisabetta Panico

Elisabetta Panico (Pomigliano d’Arco, 1995) si è diplomata presso l’Istituto d’arte “De Luca” di Avellino all’indirizzo Grafica Pubblicitaria e Fotografia. Successivamente, nel 2017, si è laureata presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli all’indirizzo Didattica e Comunicazione. Per la poesia ha pubblicato Il riflesso del mondo, in una pozzanghera nel fango (2016) opera che lei stessa definisce “dal gusto originale e melanconico” e Diavolo di sabbia (2020) nuova opera “dal gusto ricercato”. Alcune sue poesie sono presenti in opere antologiche. Si è dedicata anche alla letteratura erotica. Nel corso degli anni ha sperimentato anche altre forme di linguaggio espressivo, quali la pittura, la fotografia, vestendo anche i panni di cantautrice e musicista come leader del gruppo “Mine Vaganti”. Vari i riconoscimenti ottenuti tra cui quello della “Serata delle Eccellenze” nella sua terza edizione che le ha riconosciuto il titolo di “Eccellenza Ciccianese” (2017) con la seguente motivazione: “per esservi contraddistinta nel campo dell’Arte e della Letteratura”; la Menzione d’Onore al XV Concorso Nazionale di Poesia “Città di Sant’Anastasia” presieduto dal poeta Giuseppe Vetromile. Hanno parlato di lei vari quotidiani locali digitali tra cui “Marigliano.net”, “Bassa Irpinia”, “CamCampania”, “Il Giornale di Caivano”.

 

cover Diavolo di SabbiaDiavolo di sabbia, recentemente edito per i tipi di Mnamon Editore, è un’opera che dà voce a un respiro lungo più pagine che inala un dialogo silenzioso con il lettore, creando architetture impossibili in cui affrontare prospettive senza punto di fuga. Il respiro lungo si fa vento, scuotendo domande a metà tra panico e possibilità, senza margine di approssimazione (dalla nota della quarta di copertina).

A continuazione alcuni componimenti estratti dal nuovo libro Diavolo di sabbia. Le poesie, per espressa volontà dell’autrice, non hanno titolo (lei stessa ha osservato, infatti, “La vita scorre senza che ci siano contenitori a tenerla, i versi nella stessa misura non meritano di essere intrappolati in una frase che li precede, che prende il nome di titolo, rischiando di condizionare il senso della lettura, e la libertà di poterla interpretare come meglio si crede. I pensieri seguono il flusso non hanno bisogno di nome”) e vengono identificate con una semplice numerazione progressiva.

 

6

Forse stamattina
con l’Abitudine seduta
al solito tavolo
in cucina,
mi avrai pensato.

 

*

 

18

Che succede se due egoisti dividono lo stesso letto?
Si danno le spalle,
o si amano meglio di chiunque altro?

 

*

 

24

Buonanotte:

Che abbia l’odore dolce
di quei fiori che rincontri nei prati sempre verdi
dei tuoi sogni.
Stanotte
ripasso a calpestarli
solo perché innamorato,
seguo l’orma lasciata dai tuoi passi
che seppur leggeri
sanno sempre indicarmi la via.

 

*

 

28

Ci siamo avvicinati d’inverno
sussurrandoci la primavera alle orecchie.

Accarezzandoci
i nostri corpi sono esplosi d’estate.

Calde
le carni
han sempre desiderato che i vestiti
cadesser giù
come foglie d’autunno.

 

*

 

38

Indosso i vestiti della tristezza
che anno dopo anno,
calzan sempre la mia taglia.

 

*

 

39

L’aspettavo
come si aspettano le lettere degli innamorati.
L’aspettavo sul letto
come se
ci fosse l’attesa di un parto,
tra entusiasmo e dolore.
L’aspettavo venire,
raggiungermi
e colmarmi d’amore.
Come ogni freddo che si dimentica il giorno di Natale,
anche io dimenticavo d’esser triste.
L’aspettavo che mi desse un bacio sulla fronte,
ricordarmi che per quello
valeva la pena di esser morti.

 

La riproduzione del presente testo, e dei brani poetici riportati (dietro consenso dell’autore), sia in forma di stralcio che integrale, non è consentita in qualsiasi forma senza il consenso scritto da parte dei relativi autori.

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