“Ipostasi di buio” di Rossella Cerniglia: alcuni estratti dalla Prefazione di Enzo Concardi

Dietro segnalazione[1] della casa editrice Guido Miano Editore di Milano a continuazione viene pubblicato un estratto significativo della prefazione, stilata da Enzo Concardi, alla recente silloge poetica della siciliana Rossella Cerniglia, dal titolo Ipostasi di buio, edita sulle pagine della nota collana editoriale “Alcyone 2000”.

Cerniglia Rossella 2020 [AL] - Ipostasi di buio [fronte]Rossella Cerniglia è nata a Palermo e vive a Marsala. Laureata in Filosofia è stata a lungo docente di materia letterarie nei Licei di Palermo. Poetessa, narratrice, saggista, ha pubblicato i libri di poesie Allusioni del Tempo (1980), Io sono il Negativo (1983), Ypokeimenon (1991), Oscuro viaggio (1992), Fragmenta (1994), Sehnsucht (1995), Il Canto della Notte (1997), D’Amore e morte (2000), L’inarrivabile meta (2002), Tra luce ed ombra il canto si dispiega (2002), Mentre cadeva il giorno (2003), Aporia (2006), Penelope e altre poesie (2009), Antologia (2013), Mito ed Eros. Antenore e Teseo con altre poesie (2017), Il retaggio dell’ombra (2020); i romanzi Edonè…edonè (1999), Adolescenza infinita (2007); il libro di racconti Il tessuto dell’anima (2011) e il libro di saggistica Riflessioni, temi e autori (2018).

Quest’ultima fatica letteraria di Rossella Cerniglia prosegue il discorso della precedente pubblicazione Il retaggio dell’ombra (2020). Le tenebre che dominano il mondo contemporaneo si fanno, secondo la poetessa, ancora più fitte e giustificano etimologicamente il nuovo titolo: Ipostasi di buio. La sostanza e la personificazione dell’oscurità occupa tutta l’estensione della silloge: infatti, delle tre parti di cui si compone il libro, la prima porta il titolo dello stesso, la seconda quello eloquentissimo di Profondo inferno; la terza quello doloroso di Amore amaro. Culturalmente le prime due sezioni hanno diversi riferimenti nella storia del pensiero e della letteratura, mentre oggi rappresentano tematiche meno visitate; invece la terza sezione è universale, interculturale e metastorica. Nella prima parte si possono individuare alcune liriche più significative e chiare come immagini e lessico del “buio”. L’azzurro esiste ma è rinchiuso “…nel sarcofago ardente / dove una tenebra alta / si leva…” (poesia “Sono pronto”). Una creatura angelica appare in un’oscura dimora dove “…il respiro del tempo / una soglia spalanca / nel suo Nulla più nero” (poesia “Silenti trombe”). Uomini alla deriva con ponti tagliati alle spalle in una buia foresta erano soli, senza “…nessun rifugio / nessuna compagnia…” (poesia “Per elidere”). In “Barche” non si apre nessuna via d’uscita nel “Day After” l’Apocalisse che sembra essere intervenuta: “…barche / piene di buio // senza navigatori…” attraccarono a spiagge desolate dove “…nacque un vortice / che non era luce”. In una delle ultime poesie di questa parte appare l’immagine del Divino, ma è raffigurata come irraggiungibile e pare che siamo stati abbandonati a noi stessi: “…era il volto di Dio / oscuro // la sua Ombra / piantata / nella zolla” (poesia “Il giardino)”. Nasce infine nel suo animo un forte desiderio di speranza e di luce, ma tutto appare come un incubo, un atroce sogno e le è negato il “riveder le stelle” di dantesca memoria (si leggano le liriche “Vaporose ali” e “Sostanza di un sogno”). Viviamo quindi avvolti “Nella notte nera”. Qui il colore dominante della poesia è il “nero”: nere sono la notte, l’oscurità e la tenebra; neri sono il buio e il Nulla, quest’ultimo scritto con la “N” maiuscola, ad indicare il concetto filosofico. La simbologia di tutto ciò è chiara: la morte interiore e sociale regna sovrana nelle nostre anime e nelle nostre relazioni. La solitudine e l’incomunicabilità spadroneggiano in questa civiltà rantolante, anche se nei quadri lirici creati molto appare nel vago, nell’indefinitezza, nelle dimensioni oniriche e surreali: angosce e incubi si sovrappongono a momenti di lucidità e razionalità”.

 ENZO CONCARDI

 

[1] L’editore ha autorizzato il curatore del blog a pubblicare il presente testo senza nulla avere a pretendere all’atto della pubblicazione né in futuro. Eventuali riproduzioni del presente testo dovranno essere autorizzate dall’editore Miano di Milano e il curatore del blog, in nessun modo, sarà ritenuto responsabile per eventuali riproduzioni, parziali o integrali, su qualsiasi supporto avvenute, operate da parte di terzi. L’utilizzo del grassetto nel corpo del testo è del curatore del blog. Le note biografiche dell’autrice, esulano dal commento critico di Concardi e sono, invece, prodotte dalla casa editrice.

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